Imparare a stare soli è la via maestra per acquisire maggior consapevolezza di se stessi ed entrare in contatto con la propria autenticità: vediamo come

solitudine

Un fatto è certo: la solitudine ci fa paura. L’epoca in cui viviamo, del resto, associa automaticamente la solitudine all’isolamento; non sorprende pertanto che stare soli abbia assunto un’accezione negativa, è diventato sinonimo di sconfitta e di incertezza. Ma nel profondo tutti sappiamo perfettamente che anche il partner, i figli, il lavoro, le cose che possediamo non sono stabili, ma che tutto è in divenire. Ad esempio, se confondi l’amore con l’attaccamento, quando qualcosa incomincia a non funzionare, vai in ansia e ti impaurisci perché temi di rimanere solo. Per molti stare soli rappresenta quindi soltanto una chiusura nei confronti del mondo: “Non desidero più nulla, non ho più progetti, mi rintano in un luogo che sia al riparo da tutto e da tutti”.

La solitudine ci completa
La maggior parte di noi fatica a cogliere la bellezza e la straordinaria forza della solitudine. “Essere solo” non significa che ci manca qualcosa, al contrario significa essere completo. Se hai la consapevolezza della pienezza che è in te, percepisci nel profondo uno stato di calma e di tranquillità che ti fa vivere bene. Una persona consapevole della propria solitudine sente il bisogno di creare dei veri legami con amici o con un partner, solo che non cerca in essi un appoggio, un rifugio o una consolazione. Solitudine non vuol dire “stare da solo con i propri pensieri”, perché sono proprio questi che devono essere eliminati per vivere nello stato contemplativo di cui ha bisogno il nostro cervello: stare soli vuol dire farsi abbracciare dal silenzio, lasciarsi andare, fino ad approdare a quel vuoto che i Saggi chiamano “sostanza suprema dell’Essere”. Le strade per vivere bene la solitudine sono molte, e ognuno deve trovare la propria. È possibile ad esempio trovarla perdendosi in un’attività che si ama, nello sport o nel contatto con la natura: i pensieri sfumano, la mente diventa tutt’uno con le cose e tutto fluisce in modo perfetto.

Dall’Ombra nascono il benessere e fioriscono le capacità
Ognuno di noi ha bisogno di un luogo in cui potersi riposare, sottrarsi dai continui stimoli dell’ambiente e prendersi cura di sé. Stando soli con noi stessi, nel buio, siamo vicini a quella che Jung definisce “l’Ombra”, ovvero l’aspetto più nascosto e segreto del nostro essere. Più creiamo un rapporto positivo con questa profondità, più avvertiamo una sensazione di pienezza e di benessere psicologico che derivano dalla percezione che non siamo soli perché sostenuti dai contenuti del nostro mondo interiore.

Certamente l’Ombra può avere anche un aspetto meno positivo e minaccioso, quando ci si trova da soli ad affrontare le proprie paure, i propri fantasmi e le proprie frustrazioni, ma è essenziale per crescere e mettere in campo le nostre capacità nascoste.Nella coppia ci vogliono spazi per sé
Per molti una relazione amorosa è l’antidoto più potente alla solitudine. Poi accade qualcosa: un tradimento, un abbandono, una malattia… E nel dolore compare quella sensazione di essere davvero soli. Attenzione: l’altro non deve essere la stampella cui appoggiarci perché ciò significa tradire il significato profondo della vita di coppia, che è un’occasione irripetibile di esprimere se stessi! La cosa migliore da fare è sapersi ritagliare uno spazio tutto per noi, in cui continuare a vivere momenti d’autonomia. Chi non lo fa è destinato a soffrire. Solitudine, calma, silenzio: ecco gli ingredienti necessari per ritrovare la propria interiorità che spesso, nel rapporto di coppia, viene sacrificata.

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