Spesso l’insorgenza della patologia è precoce e in oltre 7 casi su 10 non viene riconosciuta
Abbiamo un figlio di 16 anni che negli ultimi mesi è diventato irascibile e irritabile. Ha momenti di ansia intensa e di calo dell’umore, accompagnati da pensieri di inadeguatezza, e altri in cui è fin troppo attivo e sembra un po’ sopra le righe. Abbiamo anche l’impressione che dorma meno. Sappiamo che queste sono spesso fasi dell’adolescenza, ma siamo preoccupati anche perché un nostro parente soffre di disturbo bipolare.
Risponde
Claudio Mencacci
Direttore Dipartimento di Neuroscienze e salute mentale
Asst Fatebenefratelli- Sacco, Milano
Anni di ricerche cliniche hanno permesso di comprendere il complesso rapporto tra fattori biologici, ambientali e della personalità che contribuiscono all’insorgenza, e alla progressione, del disturbo bipolare. È stato ampiamente osservato come questo disturbo manifesti, forse più di qualunque altra patologia psichiatrica maggiore, un andamento familiare, ripresentandosi nel corso delle generazioni nella stessa famiglia. Anche se non si eredita la malattia, ma piuttosto una “biologica predisposizione ad ammalarsi” e quindi avere un genitore con questo disturbo non significa necessariamente svilupparlo. L’esposizione a sostanze d’abuso, cattive abitudini di vita, soprattutto relativamente al sonno, contribuiscono in modo determinante allo sviluppo e alla progressione della malattia. I figli con entrambi i genitori bipolari hanno un rischio di soffrire di questa patologia 5,7 volte maggiore rispetto a chi ha un solo genitore malato, mentre rispetto alla popolazione generale il rischio è di 51,9 volte più elevato.
Fonte: Corriere.it
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